Dopo aver collegato il sequencer al resto delle nostre macchine ed aver testato il Clock della Daisy Chain, possiamo iniziare ad organizzare i canali MIDI in base alle nostre esigenze musicali.

Eventi e controlli MIDI

Il protocollo MIDI oltre al già citato Clock può gestire note, automazioni e comandi da far eseguire alla macchina che li riceve, in base alla sua impostazione di canale.
Il MIDI prevede infatti un massimo di 16 canali per Daisy Chain e un’apparecchiatura esegue solo le istruzioni inviate sul suo canale.

Un sequencer MIDI è infatti un registratore multitraccia di messaggi MIDI con la possibilità di editare e riprodurre simultaneamente 16 canali per uscita. Possiamo quindi registrare i messaggi MIDI provenienti da una tastiera/controller o scriverli direttamente nel sequencer e questi verranno poi riprodotti e inviati ai diversi macchinari.

Quando invieremo un messaggio al canale 1 suonerà la macchina A, quando invieremo un messaggio al canale 2 suonerà la macchina B e quando invieremo un messaggio ai canali 3/4/5 suonerà la macchina C.
Potremmo quindi avere una drum machine impostata sul canale 1, un synth monotimbrico sul canale 2 e un synth politimbrico sui canali 3/4/5 (un canale per timbro).

Esistono diversi tipi di messaggio MIDI, i più intuitivi ed utili per noi all’inizio saranno i messaggi di NOTE ON e NOTE OFF, ossia i comandi che diranno alle nostre macchine quando una nota è stata premuta e quando è stata rilasciata, e la relativa velocity.

In pratica, avendo una drum machine sul canale 1, potremo registrare le note relative a cassa, rullante, hihat etc sul nostro sequencer e riprodurre in seguito il nostro pattern ritmico.
L’importante sarà leggere il manuale della drum machine in questione e capire a quale nota corrisponda un determinato suono di batteria (per esempio nel protocollo General Midi, la nota C3 farà suonare la cassa, la nota D3 il rullante, la nota F3 il tom basso etc).

I seguenti screenshot illustrano come questi eventi vengono registrati su un sequencer come l’MPC1000 (con sistema operativo JJOS), ma possono chiaramente essere rapportati a qualunque altro sequencer.

Nel caso di una drum machine, ad ogni pad dell’MPC corrisponde una nota ed essendo i suoni ritmici prevalentemente impulsivi, opteremo per una visualizzazione della traccia in modo Grid per avere una vista a griglia e capire al meglio le divisioni ritmiche quando andremo a programmare le nostre batterie.
Per rendere più interessante e naturale il pattern ritmico sarà importante gestire le dinamiche tramite velocity (ossia il comando MIDI relativo a come è stato premuto il pad/tasto). Ad alte velocity corrisponde un volume più sostenuto, a basse velocity un volume più contenuto.

Nel caso di un synth, se monotimbrico avremo un singolo canale associato alla macchina, ma se politimbrico potremmo avere invece il canale 3 associato ad un basso, il canale 4 ad un pad e il canale 5 ad un suono lead (un canale per timbro).
Preferiremo quindi una visualizzazione Piano Roll, che ci permetta a colpo d’occhio di capire la durata delle note suonate e la loro altezza.

I messaggi di NOTE ON e OFF sono indubbiamente i più utili e semplici messaggi che utilizzeremo nella creazione di un nostro brano, ma dopo aver scritto le nostre parti ritmiche e melodiche ed aver arrangiato il brano a nostro gusto, potremmo avere la necessità di muovere il tutto con giochi di filtri, o cambiando le divisioni degli LFO o altre impostazioni, sempre in base alle capacità della macchina che andremo ad usare.
Come già detto, un sequencer MIDI si limita a registrare e riprodurre eventi MIDI, ma il fatto che questi eventi vengano riconosciuti dalla macchina a cui li invieremo, dipende solamente dalle capacità della macchina stessa.

Sarà importante dunque leggere la MIDI Implementation Chart e la tabella dei MIDI CC Control Change di ogni macchinario a nostra disposizione prima di registrare eventi MIDI.
La MIDI Implementation Chart è una tabella dei principali messaggi MIDI riconosciuti da una particolare apparecchiatura, tra i quali estensione timbrica (Note Range) o possibilità di trasmettere/ricevere i comandi di velocity o di controllo.
Arturia Microbrute, per esempio, non riconosce i comandi di velocity se inviati via cavo MIDI ma solo se inviati da computer tramite USB, e sarà quindi inutile in questo caso programmare la traccia dedicata al Microbrute facendo attenzione alle velocity, dato che non verranno comunque riconosciute dal synth.

Se invece volessimo registrare un’automazione di filtro per Novation Mininova, dovremmo leggere la sua tabella MIDI CC per scoprire che il comando di Frequency del Filter 1 è il CC 74, per poi andare sul nostro sequencer, impostare una traccia con le automazioni del CC 74 ed inviare quella traccia al canale MIDI della macchina in questione (nel caso del mio studio, la Mininova è sotto il canale MIDI 11).

La lettura della tabella MIDI CC sarà importante per capire quali parametri potranno essere automatizzati, oltre a darci nuove idee su come rendere i nostri brani più movimentati ed interessanti, per esempio modificando il volume degli oscillatori, cambiando la forma d’onda o la forma dell’inviluppo ADSR durante il brano.

Un altro comando di nostro interesse sarà il MIDI Program Change, ossia un’istruzione che vada a cambiare la patch del nostro synth e ci permetta quindi di usare diversi suoni della stessa macchina in un brano. nel caso di un synth monotimbrico, i timbri non potranno essere usati simultaneamente ma richiamati singolarmente durante il brano.
Nel caso della Mininova, leggiamo nella MIDI Implementation Chart che può ricevere e trasmettere Program Change.

Potremo quindi suonare un pad nelle prime battute del brano, per poi richiamare un suono di basso con automazioni di filtro durante la prima strofa e ritornare al pad iniziale ma con un inviluppo ADSR più aggressivo per il bridge, il tutto programmando una sola traccia MIDI e utilizzando un solo synth, i suoi relativi MIDI CC e Program Change.

Nella terza parte di questo tutorial analizzeremo praticamente come farlo, a presto!